DIARIO DELLA QUARANTENA IN ITALIANO – Pão de Canela e Prosa
Pão de Canela e Prosa

DIARIO DELLA QUARANTENA IN ITALIANO

30 marzo 2020 – Giorno 13 della quarantena

Il fine settimane è stato uguale agli altri giorni della settimana. Nessun è uscito di casa, nessun si è abbracciato. Abbiamo chiachierato tropo traverso l’internet. Grazia a Dio! Oggi abbiamo una peste che ci gira in mente, ma abbiamo come ci connectare com tutto il mondo. Ho inviato delle messaggio per molti parenti che nemmeno parlo da anni e mi hanno datto nottizie di come stano. I miei amici mi hanno inviato anche loro, messaggio di attenzione e dicendosi preoccupati su di me – noi della salute stiamo sempre nelle trince nel combatimento del virus. Noi, oggigiorno, ci parliamo più. Ieri, mio cugino che abita a Salerno mi ha chiamato nel telefonino e è stato un grandissimo piacere saper che anche lui sta bene. Lui fa il polizziotto e, così, anche lui sta sempre pronto a “prenderei il toro per le corna”.
Ma non ci incontriamo fisicamente. Mi manca un abbraccio. Ripetto, mi piace abbracciare le persone che io amo. Sento che questo scambio di energia sia fondamentale tra le persone. Noi siamo essere che abbiamo il bisongno di toccarci. Abbiamo il bisogno di sentirci. Non parlo dell’atto sessuale dove il contato è sempre universale. Se c’è interesse, chimica – si c’è amore dunque… – il sesso è comunione di ogni celula fino all’anima.
Non è su questo che parlo. Parlo dell’abbraccio del amico, del compagno di lotta, di lavoro, di idee. Abbracciare è um’estensione del “darci le mani” – um gesto così rispettoso e pieno di simbologia. Abbracciare è donarsi e ricevere la donazione di chi ti abbraccia.
Il popolo latino demostra questo affetto più facile. Gli italiani si bacciano. In Italia, tutti devono star sentendo molto questa lontananza, questa mancanza di abbraccio, di questo atto di scambio.
Io penso che per me, questa quarantena serve a dimostrare che dobbiamo preservare tutti quelli che ci sono importante al nostro lato. Dobbiamo mantenere gli amici, proprio quelli che abitano dall’altra parte del mondo, informati che sono importante per noi, che ci mancano e che siamo preoccupati com la loro vita e felicita.
Finirà! L’epoca del buio – pocchi giorni che sembrano secoli – passerà ed io penso che dovremmo proporre una grandissima festa mundiale e creare il “GIORNO DEL ABBRACCIO” per compensare questo periodo.
A tutti che mi conoscono: Amo voi tutti! Abbiate cura di voi. Restate a casa! E state in linea: alla fine di tutto, io starò di braccia aperte per abbracciare ognuno di voi!
Che Dio ci guide alla luce!

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Artur Laizo Escritor

Artur Laizo nasceu em 1960, em Conselheiro Lafaiete – MG, vive em Juiz de Fora há quatro décadas, onde também é médico cirurgião e professor. É membro da Academia Juiz-forana de Letras e da Academia de Ciências e Letras de Conselheiro Lafaiete, Sociedade Brasileira de Poetas Aldravistas e presidente da Liga de Escritores, Ilustradores e Autores de Juiz de Fora - LEIAJF.

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